Il viaggio di Giorgione in Sicilia, a San Vito Lo Capo, sta per concludersi ma prima di congedarsi da questa spettacolare terra, Giorgio deve incontrare Francesco che lo attende a casa per cucinare insieme.
A Buseto Palizzolo Giorgione incontra Rosaria che coltiva una varietà di grano antico, il perciasacchi, un grano duro perfetto per pane e pasta. Giorgione con il suo bottino di pasta e uova, va a trovare Mariolina.
San Vito non è solo mare, Giorgione va a fare visita al caseificio di Nicola dove prende il formaggio e la ricotta da portare a casa di Nicola e Christopher.
“Il mare non ha caverne”, ed Enzo, di professione pescatore, sa che il mare non va sfidato. Dopo un breve passeggiata lungo il porto, si va alla Casa del pescatore dove ad attendere Giorgio ed Enzo, c’è Giacoma, pronta per cucinare insieme.
Il primo incontro di Giorgione è con Matteo, la sua barca e il mare di San Vito che lo accoglie nella riserva dello Zingaro. Dopo un bagno rigenerante nelle acque cristalline della riserva, si va in cucina per cucinare una succulenta zuppa di pesce appena pescato.
I giri sono delle piante di origine selvatica simili alle bietole e spesso si trovano nei filari della vigna, con questi Giorgione preparerà una ricetta.
La Sicilia è anche terra vocata a vigneti. I vitigni tipici di questa zona sono il Grillo e il Nero d’Avola.
Una particolare e tipico impasto per questa ranza e sciura, una focaccia tradizionale di origine araba, tipicamente sicula, anzi più esattamente di Chiusa Sclafani. Una focaccia ripiena con olive, sarde, cipolla, maggiorana.
I grani siciliani, grani che hanno il sapore della Sicilia e delle erbe spontanee che nascono nelle coltivazioni. La molitura, la lavorazione del chicco pulito, e le macine in pietra conferiscono a questi grani un sapore e una texture unica.
Dal Trentino alla Sicilia. Siamo a Sambuca dove Feudo Arancio, di proprietà di Mezzacorona, produce i suoi vini. Vini sostenibili che testimoniano l’amore per questa terra e per l’ambiente. Dalla struttura della cantina all’introduzione di tecnologie innovative; da una cura meticolosa delle piante, a una viticultura sapiente.
Che terra incontaminata la Sicilia, in questa avventura Giorgione si imbatte nel fungo cardoncello e nelle piante di indivia con i quali preparerà laidissimi intrugli.
Nel suo lungo peregrinare in Sicilia, Giorgione si imbatte nel pecorino con cui decide di farcire i cuddurruni a modo suo, poi lungo il cammino, in un pascolo dove le mucche da carne vivono libere.
Davide cerca sempre con la sua tecnica sopraffina di riprodurre processi naturali come l’affumicatura, l’ossidazione. La sua scelta di oggi ricade sul radicchio di cui scopriremo insieme a lui le potenzialità.
Una pianta antichissima, dal frutto grande e appetitoso, un’oliva da tavola, questa oliva trova nel territorio siciliano la sua massima espressione.
Bagheria, la città delle ville, dove Lodo assaggia il tipico sfincione, diverso da quello della vicina Palermo. Poi arriva a Cefalù rinomata per le sue spiagge, e qui gli preparano il tipico “sgombro a beccafico”.
Il bisogno di Davide di avere un contatto diretto con la terra, nasce da lontano, dai suoi nonni contadini che gli hanno insegnato l’importanza dei prodotti. E oggi farà diventare protagonista la cipolla, che troppo spesso riveste un ruolo secondario.
La vastedda della Valle del Belice è l’unico formaggio a pasta filata ottenuto con latte di pecora. Giorgione arrivato in Sicilia va a seguirne le fasi della lavorazione da un casaro che ha ne ha ripreso la tradizione.
Una grossa fetta del comparto vegetale è occupata dai legumi. In questo caso parliamo di lenticchie, che sono spesso utilizzate di contorno, ma Davide le renderà protagoniste, e userà la lenticchia di Ustica piccola e molto saporita.
Il cetriolo è un vegetale molto fresco, a volte poco saporito, ma davide lavorerà per dargli un gusto più intenso come per la sua “insalata di cetriolo cavolo rosso e avocado”.
Secondo Davide i funghi sono l’espressione della massima potenza del mondo vegetale: assorbono tutti i sentori della terra, e quindi a seconda di dove crescono avranno sempre un sapore diverso