A Sissa, Giorgione scopre la Rocca dei Terzi e la sua storia. Ma la cantina di Rodolfo esercita su Giorgio un fascino particolare. Culatello, fiocco, spalla cruda, salame, che gli fanno brillare gli occhi e solleticano la gola.
Giorgione accompagnato dal suo cicerone, attraversa il Po per conoscerne tutti i dettagli, la larghezza massima, la profondità minima, il suo habitat, la sua storia, per goderne appieno la bellezza ma soprattutto per conoscerne le prelibatezze gastronomiche e norcine
Tappa a Gualtieri per vedere il museo di Ligabue, qui conosce la storia del pittore e della sua famiglia. Un viaggio ricco di sorprese per Giorgione, che per omaggiare questa terra, prepara una ricetta con il pesce gatto.
In navigazione silenziosa si arriva alla foce del Taro, nel punto in cui si collega al Po. Qui dopo una breve tappa a Coltaro al museo Cantoni, dove scopre le origini del Concerto Cantoni, un concerto di soli fiati, Giorgione fa tappa in cucina con il luccio.
Il Taro, affluente del Po e fiume navigabile, porta Giorgione a Gramignazzo, al suo famoso Ponte del Diavolo e alla fornace. Ripartendo lungo il Taro, arriva poi al bilancione, un sistema di pesca tipico di questa zona.
San Nazzaro, tra acqua e terra, Giorgione approda alla Locanda sul Po, una piccola struttura che accoglie e turisti. Qui tra racconti, curiosità, sdigiunini e un buon bicchiere di Malvasia, Giorgione impara a fare i pisarei.
L’esplorazione del fiume regala a Giorgione sempre nuove emozioni come l’incontro con i cigni selvatici che lo abitano. L’emozione più forte però è sempre legata al cibo. A Caorso, infatti, lo attende una piccola sorpresa di latte, un piccolo caseificio.
Il viaggio suo Po continua verso la Casciana Pizzavacca, un’azienda agricola ortofrutticola. Qui Giorgione assiste alla preparazione della Giardiniera, un piatto a base di verdure coltivate in azienda, che prevede una lunga lavorazione
Isola Serafini, un’isola naturale sul Po, accoglie Giorgione con la sua cooperativa di comunità. Una cooperativa di abitanti del posto nata per salvaguardare la natura di questo territorio e per promuovere il turismo lento. Qui, Giorgione raccoglie le erbe selvatiche da utilizzare nei suoi piatti.
Nella sua esplorazione del fiume, Giorgione scopre il sistema di chiuse del Po che lo rende navigabile anche dalle grandi navi. Ma il suo obiettivo finale è San Nazzaro d’Ongina e i suoi asparagi, buoni da mangiare anche crudi, che utilizzerà sapientemente.
Scendendo lungo il Po, Giorgione visita il Castello di San Pietro in Cerro, un luogo dove si respira storia e arte. Da qui procede verso Monticelli, patria dell’aglio e dello scalogno. Aglio bianco piacentino, aglio nero e scalogno, che Giorgione utilizzerà sapientemente in cucina.
Il Po, un microcosmo che l’uomo ha fortemente danneggiato con la costruzione di una diga per ricavare energia elettrica, oggi sta lentamente ripopolandosi grazie alla creazione di un passaggio che consente a pesci come l’anguilla e lo storione di risalire il fiume.