Giovanni Angelucci è un giornalista nato in Abruzzo. Comincia il suo percorso nell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Il Piemonte diviene la sua seconda casa, ed è qui che diventa figlio del mondo iniziando a scoprirlo e a conoscerlo viaggiando attraverso il percorso didattico dell’ateneo.
Al termine del cammino universitario si iscrive all’Ordine dei Giornalisti e diventa sommelier AIS, ma soprattutto diventa un gastronomo che ha imparato il valore del cibo e che ha già viaggiato attraverso tutti i continenti.
Dal 2012 inizia a lavorare a tempo pieno come giornalista free lance.
Abituato a viaggiare costantemente attorno al mondo, si è specializzato nella cucina dell’America Latina che ha esplorato nella sua quasi totalità.
Collabora con le guide di ristoranti e vini, e lavora per alcuni dei quotidiani e delle riviste più autorevoli del settore tra cui Gambero Rosso: predilige il reportage enogastronomico e alla base della sua esistenza c’è il viaggio.
L’ultima tappa del viaggio in Oman è Salalah. Si parte dal mercato del pesce, poi i dolci datteri, l’esotico incenso, la carne di cammello e l’halwa, il dolce preferito dagli omaniti, un dolce che incarna la ricchezza della tradizione culinaria dell'Oman e la generosità della sua gente
L’alba di un nuovo giorno vede Giovanni assistere ad una gara di cammelli. Decine e decine di cammelli si sfidano in una corsa per decretarne il più veloce. Prima di lasciare Muskat, Giovanni visita la più grande moschea dell’Oman, la moschea del Sultano Quaboos
L’avventura nella capitale Muskat inizia con la visita al nuovo mercato ittico, dove pescatori locali, abitanti e turisti di tutto il mondo si incontrano sotto lo stesso tetto. Poi una visita al mercato della città, il Mutrah Souq dove poter comprare e barattare spezie, tappeti, cibo e ogni genere di merci.
La catena montuosa dell’Al Hajar, 2000 metri sul livello del mare, offre uno dei panorami più belli dell’Oman. Nelle vie inebrianti di spezie del suk di Nizwa, il mercato meta di tutti gli omaniti, Giovanni viene accolto con del te, segno di benvenuto e ospitalità.
Il viaggio in Oman di Giovanni Angelucci inizia dalle montagne, ma prima una tappa a Nizwa per assaggiare la cucina locale, poi verso Jabal Akhḍar la città più alta del sultanato e l’Anantara Resort per assaporare la cucina omenita.
Nel cuore dell’Amazzonia peruviana, si naviga su uno degli affluenti del Rio delle Amazzoni. Tra pescatori locali e una natura travolgente che i Bora, tribu di questa terra, venerano e rispettano.
Dalle Ande all’Amazzonia peruviana. Natura selvaggia, odori inebrianti, culture lontane e un paesaggio a cui di certo non siamo abituati. Tra mercati, sciamani e street food e escursioni sul Rio delle Amazzoni, continua l’esplorazione del Peru
Tappa nel deserto per una esperienza sensoriale senza limiti. Qui Giovanni tra sinuose dune e cieli incredibilmente stellati continua il suo viaggio nella cultura omenita facendo visita ad una famiglia beduina per conoscerne i ritmi e le usanze, ma la capitale Muskat lo aspetta, è tempo di ripartire.
Un tuffo nella natura incontaminata delle Ande. Il folklore, la terra, i costumi, le tradizioni e la cucina. Un’esperienza nella vita di tutti i giorni di un popolo antico, profondamente legato alle sue tradizioni ma con uno sguardo attento alla modernità
Tra l’oceano e le Ande si trova Arequipa conosciuta anche come città bianca, avamposto della cucina peruviana, porta di ingresso per la cucina andina. Giovanni parte dal mercato di San Camilo per cominciare il suo tour gastronomico.
Una ristorazione sempre in grande fermento quella peruviana, in cui giovani chef offrono ai clienti esperienze immersive di cibo, cultura, tradizione e natura.
Una ristorazione giovane. Giovani chef che tengono vive le tradizioni gastronomiche e giovani bartender che mantengono alta l’arte della “coKcteleria “ del paese.
Biodiversità, civiltà e l’influenza delle altre culture sono alla base della cucina peruviana. Una cucina di uomini e donne che ogni giorno portano nei piatti la biodiversità e la gente di questo paese.
Una tappa fondamentale è in uno dei quartieri più antichi della città: Chinatown. Qui è possibile mangiare i piatti tradizionali cinesi, ma non solo, piatti preparati di grandi chef e cocktail di grandi bartender attendono Giovanni.
Il più antico e autentico quartiere di Singapore, i colori, le case, i murales e il suo street food, incontro di due culture, quella cinese e quella malese, da scoprire e da assaggiare
Un piccolo universo indiano a Singapore, tra musica indiana, templi Indù, negozi che vendono oro, e naturalmente ristoranti indiani.
Un posto assolutamente da visitare a Singapore sono i Botanic Garden, piantagioni in disuso trasformati in giardini botanici e diventati nel 2015 Patrimonio Unesco.
La Moschea del Sultano accoglie Giovanni a Kampong Glam, il quartiere arabo, uno dei quartieri più trendy di Singapore, tra street art, negozi di design e tanta cucina tipica.
L’area di Marina bay è la parte più moderna della città del Leone, sempre più meta di viaggio tra cultura, mondanità e cibo da scoprire, qui si trovano i luoghi più ambiti e i ristoranti più esclusivi.
Il viaggio di Giovanni parte dal cuore moderno della metropoli: Marina Bay. Qui tradizione e innovazione si incontrano nella cucina del ristorante Odette. Ma la vera particolarità della città e che qui mangiano tutti fuori casa. Sempre.